I Danni al Patrimonio

Palermo

38°6'43"56 N

13°20'11"76 E

 

 

Modena

44°39'24"48 N

10°55'12"72 E

 

 


Palermo, 1969

Furto de La Natività di Caravaggio.

Modena, 2014

Furto e ritrovamento della Madonna in trono con i Santi Gregorio Magno e Giovanni Taumaturgo. 



Statistiche dei furti di beni culturali anno 2018

L’analisi dei dati statistici riguardanti i fenomeni criminali in danno del patrimonio culturale ha evidenziato nel 2018 e rispetto all’anno precedente:

  • un lieve aumento dei furti di beni culturali (da 419 a 474);
  • l’incremento dei risultati operativi in termini di:
  • recupero di beni antiquariali, archivistici e librari (da 7.606 a 12.096);
  • persone arrestate (da 9 a 34);
  • sequestri di beni archeologici (da 5.597 a 10.703);
  • soggetti deferiti in stato di libertà (da 806 a 1.195), dei quali 95, rispetto ai

           33 del 2017, per associazione per delinquere.

 

 

Numero furti di beni culturali per anno: 

 

 

  • Regioni maggiormente colpite sono state l’Emilia Romagna, la Lombardia e il Lazio;
  • l’incremento più sensibile delle sottrazioni ha riguardato l’Emilia Romagna e le Marche;
  • una diminuzione di tali reati è avvenuta, in modo più netto, in Toscana e Sicilia;

 

 

 

2017

2018

Differenza

Emilia-Romagna 

27

73

46

Marche

10

36

26

Abruzzo 

6

18

12

Piemonte

26

37

11

Lombardia

54

63

9

Sardegna

4

8

4

 

 

 

 

 

2017

2018

Differenza

Toscana 

65

48

-17

Sicilia

30

18

-12

Veneto 

27

19

-8

Liguria

14

7

-7

Campania

49

43

-6

Umbria

15

11

-4

 

 

Tra le tipologie di beni culturali risultate di maggior interesse criminale, quella comprendente i documenti archivistici e i beni librari (in particolare sottratti da strutture ecclesiastiche) si conferma, anche nel 2018, la più colpita: 2.935 (nei 76 eventi di furto segnalati) sui 8.405 beni culturali complessivamente rubati.

 

In relazione alla tipologia dei luoghi in cui i furti sono stati commessi nel 2018, rispetto al 2017, si assiste a:

  • una diminuzione, per quanto riguarda:
  • musei/pinacoteche (eventi reato -8,7% e oggetti trafugati -42%);
  • luoghi espositivi pubblici/privati (eventi reato -15% e oggetti trafugati 23,7%)

 

  • un incremento, per quanto concerne:
  • luoghi di culto (eventi reato +14,8%);
  • archivi pubblici/privati/ecclesiastici (eventi reato da 3 a 16);
  • luoghi privati (eventi reato +18,5%);
  • biblioteche pubbliche/private ecclesiastiche (eventi reato da 10 a 21).

 

I furti consumati nei musei sono quelli che destano maggiore allarme, determinando una più forte attenzione, anche mediatica: dei 21 eventi denunciati, 7 sono stati perpetrati nei luoghi della cultura statale, 7 in danno di musei di proprietà comunale, mentre gli altri hanno interessato le installazioni culturali provinciali (3), regionali (2) e private (1).

 

Gli oggetti asportati di maggior pregio artistico sono, in generale, destinati al mercato estero che è ritenuto, dalle organizzazioni criminali, potenzialmente in grado di:

  • far perdere le tracce dei beni e di ostacolare le indagini tese al loro recupero;
  • rendere più difficoltosa l’individuazione dei responsabili;
  • far giungere all’acquirente finale i beni sottratti con maggiori probabilità di riuscita;
  • produrre guadagni più consistenti.

 

L’anonimato che, apparentemente, viene garantito dalla rete, nonché la facilità di effettuare compravendite con un “click” in ogni località del mondo, hanno contribuito alla crescita esponenziale del commercio sul web anche di beni d’arte. Ultimamente, inoltre, sono approdati su alcuni social network con bacino di utenza di milioni di persone, individui o società che, con pagine riferite in tutto o in parte allo scambio/compravendita generica di beni, trattano anche quelli artistici.

La tipologia di beni che si riscontra generalmente in tali traffici è quella caratterizzata dall’assenza di contrassegni utili all’identificazione precisa del bene o dalla serialità di produzione artistica, non permettendo così una semplice verifica nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti.

 

Azione preventiva delle forze dell’ordine

La molteplicità dei canali di commercializzazione lecita e illecita (in particolare quello tramite l’e-commerce, sempre più diffuso negli scambi tra privati), ha reso estremamente semplice il trasferimento all’estero di un bene culturale. A tal riguardo sono state affinate le misure volte a:

  • prevenire i trasferimenti illeciti di beni culturali italiani oltre confine attraverso un’azione sinergica tra Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Uffici Esportazione del MiBAC e Agenzia delle Dogane e dei Monopoli;
  • recuperare quelli già illegalmente esportati.

L’azione preventiva svolta dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale si è concretizzata in:

- controlli ad aree archeologiche marine e terrestri;

- verifiche in aree con vincoli paesaggistici/monumentali;

- accessi a esercizi commerciali di settore, con 57 sanzioni amministrative elevate;

- ispezioni a mercati e fiere di settore;

- sopralluoghi per l’accertamento dello stato di sicurezza di musei, biblioteche

e archivi.

I controlli e le verifiche sono stati orientati a monitorare, principalmente:

- le aree che, che in base alla geo-localizzazione degli eventi delittuosi di settore,

sono risultate maggiormente colpite da reati contro il patrimonio culturale;

- le zone a maggior afflusso turistico, musei e siti archeologici;

- le aree a vincolo paesaggistico per il rilevamento

di eventuali violazioni, con il coinvolgimento di tutte le articolazioni dell'Arma dei Carabinieri. 

 

[Tratto da Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, attività operativa 2018 del comando carabinieri tutela patrimonio culturale]