Il Furto della Natività di Palermo


Nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969, è stata rubata, all'oratorio San Lorenzo di Palermo, la Natività con i Santi Francesco e Lorenzo, una delle opere più importanti del pittore italiano Michelangelo Merisi, detto Caravaggio. Non si tratta di un semplice furto, ma di uno dei più gravi danni che il patrimonio artistico e culturale italiano abbia mai subito. Proprio per il fatto che la tela non era stata decontestualizzata, non custodita in un museo, ma era ancora lì nel luogo in cui Caravaggio l'aveva pensata essa essa apparteneva a tutti gli effetti ai cittadini del quartiere Kalsa da secoli. Essa costituiva parte delle loro vite ed era Patrimonio di ognuno che abitava il territorio e lo frequentava, sia che lo riconoscesse come capolavoro e che le rivolgesse preghiere, sia che partecipasse alle raccolte fondi per il mantenimento dell'edificio o che all'Oratorio andasse a chiedere la carità. Ma alla fine era semplicemente Patrimonio, quindi, identità di tutti. infatti i beni culturali italiani oltre ad essere dei cittadini sono strettamente legati al paesaggio, cioè il contesto per cui sono stati realizzati, e vivono in perfetta simbiosi con esso, a differenza di altri paesi dove si predilige custodirli all'interno di musei. Da cinquant'anni nessuno ha più sentito parlare della Natività a tal punto che si pensava fosse sparita nel nulla quando, al maxi-processo di Palermo del 1980, il pentito gaetano Badalementi la menzionò all'interno dell'aula bunker. Da quel momento l'opera diventò un'espediente per molti mafiosi, dato che, non appena la citavano, il procedimento giudiziario veniva interrotto per fare maggiori accertamenti. La pista mafiosa del furto è quindi la più accreditata tanto da essere stata approfondita dalla commissione parlamentare antimafia presieduta dall'on. Rosi Bindi, che ipotizzava, all'interno della relazione finale inviata alla procura della Repubblica di Palermo, la "frammentazione della tela in sei o otto parti e la rispettiva vendita a collezionisti residenti in Svizzera", secondo la ricostruzione emersa dall'interrogatorio dei fratelli Grado. Il Presidente del Senato, Pietro Grasso, ha cercato di fornire una spiegazione ai numerosi furti d'arte che hanno riguardato la Sicilia tra il 1967 e il 1972 (più di 4248 reperti archeologici rubati), sostenendo che le associazioni criminali sfruttavano il mercato nero delle opere d'arte per costituirsi una base economica finalizzata al finanziamento di importanti traffici di sostanze stupefacenti.

Nel 2015, al posto dell'originale, è stata messa  una copia riprodotta sulla base di una fotografia del 1968 tramite il laboratorio Factum Arte di Madrid diretto da Adam Lowe. Con la presenza del Presidente della Repubblica Italiana il Caravaggio perduto è ritornato a livello simbolico al suo luogo di destinazione originale. 

La Natività con i Santi Francesco e Lorenzo di Caravaggio


La Natività con i Santi Lorenzo e Francesco è, nella storia dell'arte, un vero mistero infatti non si conoscono ne la data ne il luogo in cui Caravaggio la realizzò, in mancanza dell'originale la ricostruzione della copia ha chiesto studi approfonditi.

Un elemento importante per la ricostruzione a stampa fotografica della Natvità di Caravaggio , oltre alle fotografie e ai documenti relativi al restauro precedente (1968) è stata l’Adorazione dei Pastori, una pala d’altare commissionata nel 1609 da parte della città di Messina e destinata alla Chiesa di Santa Maria della Concezione gestita dai frati cappuccini. A livello tematico si rappresenta la nascita di Gesù Cristo assieme ai re Magi, a San Giuseppe e alla Vergine Maria. L’opera fa riferimento a numerosi elementi religiosi, come il saio di San Giuseppe che è lo stesso in dotazione ai frati cappuccini, le teste chine dei re Magi che richiamano a San Tommaso. La figura della Vergine sdraiata, mentre mostra il Messia agli ospiti, richiama la tradizione bizantina infatti questa opera è anche conosciuta come Madonna del parto, tuttavia questo tipo di raffigurazioni venivano censurate dai stretti canoni della controriforma decisi con il Concilio di Trento del 1563.


Analisi tematica e stilistica della Natività

Nel 1969 la Natività con i santi Francesco e Lorenzo si trovava ancora nel luogo di destinazione originario: l'Oratorio San Lorenzo di Palermo. Se il Patrimonio è identificativo di un popolo, allora l'opera apparteneva agli abitanti del quartiere Kalsa e poteva costituire l'inizio di un percorso di riscatto non solo per i cittadini palermitani ma per tutto il Mezzogiorno. La pala commissionata a Caravaggio racconta la Nascita di Cristo, alla presenza dei santi Lorenzo e Francesco  traducendo un realismo autentico che rende l'episodio "vero". I santi, le madonne del Caravaggio hanno le fattezze degli emarginati, dei poveri che egli bene aveva conosciuto durante il suo peregrinare e fuggire in lungo e in largo per l'Italia.

Nella “Natività” palermitana ogni personaggio è colto in un atteggiamento spontaneo: san Giuseppe ci volge le spalle ed è avvolto in uno strano manto verde, sicuramente molto giovane rispetto all'iconografia tradizionale, dialoga con un personaggio che si trova dietro la figura di san Francesco d'Assisi. La presenza di san Francesco è sicuramente un tributo all'Oratorio, che all'epoca era passato alla Venerabile Compagnia a lui devota, costituitasi già nel 1564. La figura a sinistra è san Lorenzo. San Lorenzo era il nome dell’oratorio dove era destinata mentre san Francesco era la dedicazione della Chiesa ad esso più vicina .

La Madonna ha le sembianze di una donna comune: un aspetto estremamente malinconico, forse già presagisce il destino del figlio, posto sopra un piccolo giaciglio di paglia. Proprio sopra il Bambino vi è infine un angelo planante, simbolo della gloria divina. Ciò che conferisce particolare drammaticità all'evento è il gioco di colori e luci che caratterizzano questa fase creativa del pittore.

A livello stilistico ci sono alcuni dubbi sul fatto che Caravaggio abbia realizzato questa tela direttamente a Palermo oppure l’abbia inviata da Roma, questo dubbio scaturisce dall'utilizzo di colori, immagini, simboli e soggetti che aveva usato durante la sua giovinezza e richiama al pittore della Cappella Contarelli della Chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma. Tuttavia si è quasi certi che fosse stata realizzata a Palermo perché l’artista era solito a mescolare elementi della sua formazione artistica con quelli dell’attualità.

Nell'oratorio di San Lorenzo, cent’anni dopo, vennero inseriti degli stucchi elaborati da Giacomo Serpotta, essi sono stati realizzati per fondersi insieme alla pala di Caravaggio infatti il loro bianco era in contrasto con il drammatico chiaro scuro della Natività.

Per approfondire... Una Storia senza nome


Relazione della Commissione Parlamentare d'inchiesta sul furto della Natività

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Relazione 23 febbraio 2018 sui fatti del 18 ottobre 1969
La relazione della commissione parlamentare antimafia
RELAZIONE ANTIMAFIA.pdf
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